3 Giugno 2023

In occasione della Giornata Mondiale della Bicicletta, abbiamo fatto due chiacchiere con Paolo Calabresi, Marketing Director Sport&Fitness Division di Enervit.

Paolo Calabresi
Da grande sportivo, gli abbiamo chiesto di raccontarci il suo rapporto con questo mezzo molto speciale!

D: Com’è nata la tua passione per la bici?

P.C.: "Da bambino ho ricevuto in regalo la mia prima bicicletta. Con quella ho iniziato ad esplorare il mio mondo: prima l’isolato intorno a casa, poi il quartiere, poi il quartiere vicino… allontanandomi sempre un po’ di più da casa, alla scoperta del mondo. Spesso giravo da solo, perché l’entusiasmo per la bici era una questione individuale, personale.
Quello che mi ha fatto innamorare è stato il senso di libertà e la possibilità di scoprire posti mai visti prima. Per certi aspetti ho questa sensazione anche quando esco in bici la mattina presto, e mi alleno prima di andare al lavoro."

D: Secondo te, che valori esprime la bicicletta?

P.C.: "Libertà ed ecologia. Ma per me, soprattutto, condivisione: la bici ti fa conoscere persone nuove. Ti permette anche, in certe occasioni, di condividere esperienze significative e appassionanti con persone con le quali poi ti rimane un legame forte.
Un altro importantissimo valore che esprime è quello della pura evasione, del divertimento."

D: Hai mai pensato “basta, io mollo qui!” e perché non lo hai fatto?

P.C.: "No, non ho mai pensato di mollare. Ho pensato, a volte, di smettere con l’attività agonistica più dura, che richiede allenamenti specifici e serrati. E in parte è stato così: in diversi periodi ho ridotto gli allenamenti “professionali”, che richiedono impegno e stress anche mentale. Ho mollato quel tipo di bici, ma solo per continuare a viverla in modo diverso, con più relax, in modo positivo, per stare bene, per godermela. Il piacere di andare in bici lo porto sempre dentro."

D: Qualche suggerimento a chi vuole iniziare?

P.C.: "Iniziare a pedalare! A prescindere dal mezzo, dall’attrezzatura, dagli accessori...
Devi pedalare per capire se ti piace, per fare esperienza e chilometri, viverne le sensazioni.

Poi c’è tempo per dedicarsi al mezzo ed ai gadget. Troppo spesso vedo persone che partono concentrate sui dettagli, prima ancora di aver iniziato a pedalare davvero, di avere iniziato un’esperienza significativa di strada e fatica."

Paolo Calabresi
D: Pedalare aiuta a “staccare” il cervello e liberare la testa? O capita che la fatica catalizzi l’attenzione?

P.C.: "Pedalare aiuta a staccare il cervello, soprattutto ad allontanarlo da certi modi convenzionali di pensare. Ti si liberano le idee, perché riesci a vedere le cose da un’altra prospettiva, quasi con un'altra testa.
Quando pedali i pensieri fluiscono da soli, non li comandi del tutto, sono spontanei. Mi è capitato più volte di tornare a casa da un allenamento con in mente la soluzione ad un problema, che ho trovato perché stavo pensando in modo non convenzionale.
In particolari situazioni si può ottenere anche un altro effetto mentale, si torna a pensare ai bisogni elementari, cosa rara! Pensi a dove trovare l’acqua, dove ripararti dal sole, come superare una zona difficile, come gestire gli integratori e magari dove procurarti del cibo o altro. Questo capita di più nel bike packing.
Invece, se sei in una competizione, lotti contro il cronometro e stai facendo il massimo sforzo possibile, tutta la concentrazione va sulla performance.

D: Alla fine?

P.C.: "Alla fine penso che la bici abbia avuto un effetto rivoluzionario addirittura maggiore di quello che si immagina. È stato e continua ad essere, per intere generazioni ad ogni latitudine, un mezzo di libertà, di scoperta, di lavoro o di intrattenimento."