In bicicletta, anche il gesto atletico conta



Francesco Chiappero  

Se in bicicletta l’obiettivo è quello di migliorare le prestazioni, riuscirci non è così “difficile”. L’importante è rispettare tutti gli elementi che costituiscono un training completo: forza, resistenza ed efficienza del gesto atletico.

Il gesto atletico in bicicletta 1
Tre aspetti sinergici, di pari importanza. Il fatto è che alcuni programmi di allenamento tendono a focalizzare gli sforzi più sulla resistenza e la forza, che sull’efficienza del gesto atletico. Un errore di valutazione in cui l’atleta non dovrebbe mai incappare. Il pericolo è di disperdere il potenziale. Cerchiamo di capire il perché.


Il dispendio energetico


Nello sport, con il termine “efficienza” si intende il costo metabolico dell’esercizio, cioè quanto realmente l’atleta spende per svolgere un determinato lavoro. Così, il ciclista meno efficiente spenderà più energia per raggiungere una certa velocità, con il rischio di andare incontro a un maggiore e rapido affaticamento.

Bisogna ricordare che nel ciclismo la resa atletica si aggira intorno al 23% circa dell’intero lavoro, con una variabilità del +/- 2%. Il livello minimo o massimo di questo range rappresenta una potenziale differenza del 4%.

Su una competizione di 4 h circa, che per un atleta di 65 kg comporta un dispendio energetico prossimo alle 3.500 kcal, un gesto atletico fortemente ottimizzato o inefficiente può tradursi in un differenziale di 150 kcal. Ovvero, l’equivalente calorico di due gel energetici, che – su strada – potrebbe significare minore brillantezza sull’ultima salita di giornata o uno sprint debole sulla linea del traguardo. È inutile, quindi, spendere migliaia di euro per alleggerire di mezzo chilo la propria bici, se poi non si cura la “pulizia” della pedalata, l’efficienza del gesto atletico.


L’importanza di un assetto calibrato


Come si può migliorare la qualità del gesto atletico? Oltre l’adozione di materiali tecnici più idonei, la ricerca del miglior rendimento atletico richiede come primo passo la corretta regolazione della bicicletta, in un assetto che tenga presente comodità, spinta e aerodinamica.

Limitarsi a rilevare le misure antropometriche del ciclista, dalle quali estrapolare a livello matematico le misure della bicicletta, è riduttivo. Al contrario, è importante una valutazione generale dell’atleta, che tenga conto delle sue caratteristiche muscolari, delle sue attitudini e degli obiettivi che si prefigge.

 Test di laboratorio – come il test incrementale al cicloergometro, con misurazione del consumo d’ossigeno – permettono di misurare il reale valore del rendimento. Che può essere allenato anche con qualche esercizio mirato alla tecnica, utile a rendere la pedalata più efficace e meno monotone alcune uscite.

Il gesto atletico in bicicletta 2


Le indicazioni della biomeccanica


Il nostro fisico è sempre in evoluzione, con la conseguenza che i risultati raggiunti oggi possono non valere anche per il futuro. Pertanto, è fondamentale valutare con cadenza regolare (di solito nel periodo invernale, tra una stagione agonistica e la successiva) il proprio gesto tecnico, magari ricorrendo a un’analisi biomeccanica della posizione in sella con uno specialista. Si tratta di un investimento minimo che, oltre a prevenire problematiche, aiuta l’atleta a esprimersi al meglio. Una visita, peraltro, che non dovrebbe mai mancare nel caso in cui si sia acquistata una nuova bicicletta.


Dalla teoria alla pratica

Come appena detto, il periodo invernale (che tra un po’ si avvicina) è il migliore per questo tipo di esame: la maggiore calma e il minore carico di lavoro di questa fase dell’anno, ben si adattano alla necessità del nostro corpo di “metabolizzare” eventuali variazioni nell’assetto in sella.