La montagna secondo Hervé Barmasse
by Equipe Enervit
Arriva l’Estate, la stagione in cui molti riscoprono il piacere delle escursioni in quota, alla scoperta degli scenari magnifici che i nostri monti regalano a chi ama la natura e la vita outdoor. Spesso però gli appassionati si lanciano nelle loro “avventure” senza la necessaria preparazione, sia fisica che tecnica. Le difficoltà che si possono incontrare sono molteplici, e il consiglio di un esperto può fare la differenza.
Per capire come affrontare un’escursione, abbiamo incontrato uno che di montagna se ne intende, Hervé Barmasse, guida alpina del Cervino e vero profeta dello stile alpino, l’unico che consente, come dice lui stesso, di “lasciare la montagna così come l’abbiamo trovata”.
Qual è la tua idea di montagna?
"Autentica. Pura. Libera."
Quali sono gli elementi da considerare nella scelta della propria meta?
"Prima di tutto, occorre avere un’idea chiara della propria preparazione fisica, perché in montagna “è tutto in salita”. Bisogna considerare distanza, dislivello e meteo, prestando particolare attenzione anche alla fase della discesa. Se l’ascesa ci stancherà troppo, scendere potrebbe sfinirci. Per gestire le energie e tornare alla base in sicurezza, dobbiamo considerare la nostra vetta come il giro di boa."
Quali sono i primi passi di avvicinamento alle prime escursioni in montagna?
"Bisogna andare per gradi. Una persona mediamente allenata, che riesca ad alternare una corsa di 1-2 km ad una camminata, quando si avvicina alle prime pendenze, può essere messo già a dura prova. Quindi, consiglio di iniziare con un’ora di escursione. Poi si può aumentare gradualmente, da qualche ora fino a una giornata intera. "Un passo alla volta” è la regola che vale per tutti."
E per chi è già allenato e vuole “cambiare passo”?
"Per un escursionista preparato, o un atleta abituato ad altre discipline (ad esempio il nuoto o il trail running), deve subentrare un allenamento specifico, che includa dei cambi di ritmo. Per esempio, si può alternare un ritmo lento e uno più sostenuto, ripetuti per una decina di volte: per stimolare il cambio di passo bisogna cambiare l’andatura. Tra gli escursionisti di base, l’errore comune è cercare di andare veloce dall’inizio alla fine, perchè così si pensa, "arriverò prima". In realtà, ti sfinirai velocemente e alla fine ci metterai più tempo”.
Come bisogna vestirsi per andare in montagna?
"Vestirsi a più strati è una buona regola che funziona da sempre. E vale per tutti. In caso di basse temperature consiglio di portare un piccolo piumino nello zaino. Anche in estate, per sicurezza. E poi indumenti e scarpe adeguati al tipo di percorso da affrontare. Se si hanno dubbi o poca conoscenza al riguardo, meglio farsi consigliare da persone esperte".
Quanto e come è migliorata la tua forma fisica da quando adotti una strategia nutrizionale personalizzata?
"Il mio problema, fino a qualche anno fa, era che non assimilavo nutrienti – carboidrati e soprattutto proteine - sufficienti per fare fronte al mio livello di attività. Scoprire questo aspetto mi ha aperto un mondo. Per chi si allena tante ore tutti i giorni, come accade all’alpinista di alto livello, curare gli aspetti nutrizionali è fondamentale. Se devi arrivare in vetta all’Himalaya e hai un calo di energie, ti manca lo spunto finale. Conservare energie sufficienti vuol dire avere più chance di evitare errori che metterebbero a rischio la propria incolumità. Bisogna mangiare nel modo e nei tempi corretti, giocando d’anticipo."
Preparazione dello zaino: cosa non deve mai mancare?
"Oltre allo spazio per il piumino, dobbiamo prevedere quello per il cibo e fare i giusti calcoli. Ciò che scegliamo rende lo zaino più o meno pesante e ciò si ripercuoterà sull’escursione. Come dicevo inizialmente, tutto dipende dalle caratteristiche del percorso. Se prevediamo di camminare per 4-5 ore senza la possibilità di riempire la borraccia, dovremo partire con più liquidi. Se invece abbiamo questa possibilità, ci comporteremo diversamente. Idem per il cibo e gli integratori. Per un’uscita di qualche ora saranno sufficienti un paio di barrette o gel. Ma se la nostra meta è una vetta o un rifugio, siamo da soli, e non c’è un ristoro nelle vicinanze, allora consiglio di portare anche un panino e del cioccolato. Attenzione anche a non “sovraccaricarci” di cibo, per evitare “picchi glicemici” che potrebbero penalizzarci in maniera importante. Cerchiamo di rimanere leggeri, in tutti i sensi, portando con noi solo l’apporto di carboidrati sufficiente ad affrontare il tipo di percorso scelto".
Com’è la tua colazione prima di un’escursione in montagna?
"Quella che faccio tutti i giorni; anche se molto dipende dal tipo di impegno fisico. In genere cerco di non farmi mai mancare il giusto apporto di proteine. È chiaro che fare colazione in un campo base è più difficile, ad esempio non posso portare con me yogurt e frutta, ma. grazie ai prodotti Enervit posso assumere le giuste quantità di carboidrati, proteine e grassi diversificando i gusti in qualunque situazione. Oggi è semplice. Prima non lo era".
Come si scelgono gli integratori più indicati per un'escursione?
"In parte è una scelta soggettiva e ognuno deve orientarsi in base alle proprie caratteristiche e necessità. Grazie al mio rapporto con Enervit sono stato tra i primi a testare la linea C2:1PRO, che ha un vantaggio incredibile per la mia disciplina: offrire un’elevata quantità di energia in un peso ridotto. Le caramelle (le Carbo chews, ndr) nel mio caso hanno rappresentato una svolta, perché mi forniscono il quantitativo di energia utile ad andare avanti per ore, contenendo il peso dello zaino.
E nello Stile alpino?
"La strategia nutrizionale non si sperimenta durante l’impresa, ma si prepara prima. Ciò che metto nello zaino per una spedizione lo testo sulle Alpi, con gite da 6-7 ore ad alta intensità, per verificare il mio fabbisogno. Quando, in spedizione, dovrò affrontare ascese di 15 ore o magari 2 giorni, potrò spalmare il mio fabbisogno su tempi più lunghi a ritmi inferiori. Possiamo dire che lo zaino va preparato con prove di calibrazione continue".
Come viene visto il recupero nell’Alpinismo?
"Tra gli alpinisti professionisti prima questo concetto era sconosciuto. Oggi invece è la base. Tutti quello che conosco hanno sempre un prodotto per il recupero, perché sanno che senza quello, il giorno dopo si riparte affaticati".
Nel tuo periodo off, quali sport pratichi per mantenerti attivo?
"Non sono mai totalmente off, cerco sempre di mantenermi allenato. Oltre alla montagna e a scalare, pratico ciclismo e nuoto. Il vero riposo non c’è mai, perché non aiuta il recupero. Meglio girare a motore più blando, ma rimanere sempre attivi".
Da Guida alpina quali consigli pratici puoi darci in tema di sicurezza in montagna?
"In montagna la sicurezza assoluta non esiste. In base all’attività che si affronta, subentrano vari aspetti da considerare. Un conto è l’escursionismo, un altro è l’alpinismo, che richiede un’attenzione maniacale al livello tecnico, all’attrezzatura, alle tecniche di arrampicata e progressione e via dicendo. Una persona molto allenata sarà preparata fisicamente, ma magari non sa cos’è un rampone. Al contrario, può esserci gente meno allenata ma con più esperienza di montagna. Come accennavo prima, se non si ha conoscenza è fondamentale rivolgersi a un esperto. E attenzione ai social network, vi si trova tutto e il contrario di tutto. Nell’outdoor dobbiamo essere pienamente coscienti di noi stessi per imparare a capire le situazioni: se corro una maratona e non ne ho, mi fermo. In montagna non funziona così. Se ci fermiamo siamo nei guai...".
Da due anni sei nel team del Deejay Training Center: secondo te quanto e come è cambiata l'attenzione verso la nutrizione e uno stile di vita attivo?
"Noto più attenzione e sensibilità, soprattutto verso la nutrizione. La pandemia ci ha insegnato che il benessere fisico passa attraverso ciò che mangiamo, e che trovare un’alimentazione gustosa e varia richiede anche l’equilibrio tra carboidrati, proteine e grassi di qualità. Nutrizione vuol dire anche ricavare piacere dal cibo, così diventa un vantaggio per vivere meglio".
Prima di salutarci, puoi “spoilerarci” il tuo prossimo progetto/obiettivo?
"Mai..."