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Doppio attacco ai grandi Giri
L'Equipe Enervit incontra Gorka Prieto-Bellver
Doppio attacco ai grandi Giri:
la nutrizione di Tadej Pogačar per il Giro e il Tour
L'Equipe Enervit incontra Gorka Prieto-Bellver
Affrontare il Giro d'Italia e il Tour de France nello stesso anno è un'impresa che mette a dura prova i ciclisti. Pochissimi grandi li hanno affrontati puntando al massimo risultato in entrambi. Scopriamo con Gorka Prieto-Bellver, nutrizionista di UAE Team Emirates, come si pianifica la preparazione per affrontare undici settimane al top.
Giro d’Italia e Tour de France prevedono entrambi un impegno di ben tre settimane. Dal punto di vista nutrizionale, hai notato differenze a livello di dispendio energetico tra Giro e Tour?
“Non possiamo dire a priori che uno dei due sia sempre più dispendioso. Il dispendio energetico varia molto, in funzione di parametri come percorso, meteo e avversari. Le tappe di montagna, ad esempio, richiedono un maggiore introito calorico, rispetto alle tappe in pianura, anche se, ad esempio in caso di fughe, la situazione può cambiare radicalmente.
Va inoltre considerato il livello medio dei corridori impegnati nella corsa: al Tour tutte le squadre schierano gli atleti di punta, e ciò può riflettersi in un ritmo di gara più elevato, a prescindere dal percorso.
Di contro, al Giro d’Italia sono più frequenti condizioni climatiche avverse (come quest’anno, nella tappa di Livigno), in cui il dispendio energetico risulta maggiore a causa della termoregolazione.”
Come hai appena detto, il meteo può variare tra queste due corse. Come cambia il menù in funzione delle condizioni climatiche?
“Generalmente al Tour fronteggiamo temperature più alte. Ciò può rappresentare un problema per i corridori più sensibili, che in determinati giorni potrebbero avere meno appetito.
Per andare loro incontro, ovviamente scegliamo di modulare il menù, per far sì che gli atleti assumano le quantità di macronutrienti corrette per le loro esigenze. Non mangiare a sufficienza sarebbe un fattore critico.”
Puoi farci qualche esempio?
“Le portate principali, come i primi ed i secondi piatti, rimangono piuttosto “standard”: pasta, riso, carne, pesce… Al contrario, i dessert cambiano, con scelte più fresche.
Per il Tour di quest’anno abbiamo elaborato nuove ricette, come una mousse al mango. Al Giro d’Italia avevamo invece previsto una sorta di brownie al cioccolato, molto più “invernale”.
Provate prima queste ricette in allenamento?
“Assolutamente sì: proviamo tutto nei nostri ritiri. Del resto, il ritiro è finalizzato proprio a mettere a punto ogni dettaglio in vista dei giorni di gara, specie nel caso dei giri.
E proprio nel ritiro di dicembre che sviluppiamo i menù per la stagione agonistica. Ne parlo ovviamente con gli chef, che in questo modo hanno modo di creare piatti che rispettino le mie indicazioni nutrizionali, e siano appetibili per il team.”
E come vi regolate riguardo le porzioni delle varie pietanze?
“Al termine di ogni tappa controllo quanto ogni corridore ha “speso” in corsa, e gli invio la grammatura consigliata delle varie pietanze tramite un’applicazione installata sugli smartphone. Niente è lasciato al caso.”
Parlando di Tadej, quest’anno sappiamo tutti che, dopo aver dominato il Giro, punta anche al Tour. Come avete programmato la sua nutrizione per un impegno così duro, concentrato in sole undici settimane?
“Fin dall’inizio abbiamo pianificato di portare Tadej a Firenze (da cui, quest’anno, partirà il Tour, Ndr) al suo picco di forma. Con questo non vogliamo dire di aver utilizzato il Giro come “banco di prova”. Anzi, il Giro è stato a tutti gli effetti un obiettivo primario.
Dal punto di vista della dieta, abbiamo ragionato step by step: abbiamo prima puntato a conquistare la corsa rosa, poi abbiamo valutato la condizione di Tadej, per agire di conseguenza.”
Com’era la condizione di Tadej al termine del Giro?
“Il peso era identico a quello di partenza. Quindi non stiamo “rincorrendo” alcuna condizione specifica, se non perdere circa un chilo di peso per l’inizio del Tour. Sta succedendo esattamente quanto avevamo pianificato, ovvero affrontare il Tour con un peso leggermente inferiore.”
Per quale motivo Tadej deve perdere un chilo?
“Il peso stabilito è quello ottimale per una gara che si correrà in condizioni climatiche piuttosto diverse, rispetto a quelle del Giro.”
Quali sono le criticità nell’affrontare due grandi giri in così poco tempo?
“Non posso dire che ci siano delle criticità specifiche. Il fattore più delicato forse è il peso dell’atleta, che potrebbe calare troppo, soprattutto prima dell’inizio del Tour.
Ecco perché abbiamo deciso di affrontare il Giro con un peso leggermente superiore.
Inoltre, non dobbiamo dimenticare che nelle cinque settimane tra le due gare, Tadej si sta allenando: ciò significa affrontare undici settimane di altissimo stress fisico. E la stagione è tutt’altro che finita...”
A proposito delle cinque settimane tra Giro e Tour, come hai gestito il team?
“Solitamente dopo un grande giro lascio sempre un po’ di libertà agli atleti. Certo, non voglio che mettano su troppo peso nelle settimane post-corsa, ma allo stesso tempo non pretendo che seguano un protocollo troppo rigido, pesando al grammo tutto quello che mangiano.
Li lascio relativamente liberi di gestirsi e di seguire le proprie “sensazioni” per almeno due o tre settimane.
Ovviamente con Tadej non poteva essere così…”
E con lui che protocollo stai seguendo?
“Ho concesso anche a lui un periodo di “stacco”, circa una settimana, in cui ha anche rallentato gli allenamenti. Al termine della settimana di “relax”, siamo ripartiti al 100 % verso la Grande Boucle.”
Non hai il timore che un programma rigoroso per tutte queste settimane possa stressare Pogačar?
“Tadej è molto concentrato e motivato. Quindi sono tranquillo.
In ogni caso, dopo la settimana di scarico, gli ho parlato, chiedendo se si sentisse pronto per tornare a pieno regime. Ovviamente ha risposto: “Sì!”.
Un piccolo aneddoto: nel primo giorno di riposo del Giro, durante la pausa bar della classica sgambata, ha mangiato un gelato. Al rientro mi ha subito informato (sorride, Ndr).”
Puoi dirci di più sulla dieta che sta seguendo in questi giorni?
“Come detto, non stiamo rincorrendo una condizione specifica, poiché il peso e la plicometria dopo il Giro d’Italia erano buoni. In queste settimane, stiamo però cercando di mantenere l’intestino allenato ad assumere molti carboidrati durante l’allenamento.
In pratica stiamo eseguendo l’ormai noto “training the gut” negli allenamenti più intensi e dispendiosi.”
Quanti grammi di carboidrati sono previsti negli allenamenti più intensi?
“Indicativamente gli stessi utilizzati in gara, ma in alcuni allenamenti abbiamo raggiunto i 100-120 g/h. Possiamo farlo grazie ai prodotti sviluppati per noi da Enervit.
Siamo veramente soddisfatti di questo lavoro di squadra e dei vari prodotti che utilizziamo, come ad esempio la linea realizzata con l’ormai noto rapporto 2:1 tra glucosio e fruttosio.
Testare nuovi prodotti è un processo che non si ferma mai: anche quest’anno stiamo provando alcune “novità” per massimizzare il recupero. Molti hanno notato la famosa bevanda scura che i ragazzi assumono al termine di ogni tappa…”
A proposito del recupero, un fattore chiave nelle grandi corse a tappe, quali strategie adotti per ottimizzare il recupero dopo le tappe e gli allenamenti più impegnativi?
“Dopo uno sforzo importante, è fondamentale ripristinare al più presto il glicogeno muscolare. Il mezzo ideale per questo scopo è rappresentato dai carboidrati ad alto indice glicemico, associati a proteine ed elettroliti.
Come sapete, stiamo testando un nuovo “recovery mix” creato da Enervit per noi.
Ovviamente non vanno dimenticati i vari pasti che i corridori consumano nelle ore successive, sul bus o al ristorante. Lo shaker con il “recovery” rimane standard per tutti i corridori, mentre i pasti variano a seconda delle esigenze nutrizionali e delle preferenze dell’atleta”.
Come monitorate la condizione dei corridori?
“Peso e plicometria. Quest’ultima ci consente di ottenere indicazioni sulla percentuale di grasso corporeo dell’atleta.
Sono questi i due parametri che valutiamo con più frequenza.
Fai pesare gli atleti tutti i giorni?
“No, non pretendo che si pesino tutti i giorni. Il peso subisce delle fluttuazioni a livello giornaliero, ma queste variazioni nel breve termine non sono sinonimo di un accumulo grasso corporeo. Lascio che sia l’atleta a scegliere la frequenza con cui pesarsi. Comunque, almeno una volta a settimana.
In generale, quando si tratta di essere competitivi per molte settimane consecutive, occorre identificare un punto di equilibrio tra programmazione e libertà, per inseguire l’obiettivo senza sottoporre il team a stress eccessivi. Esattamente quanto stiamo facendo.”